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30 giugno 2007

Colonna 44

Una domanda che mi fanno spesso è come sono qui le guardie. Ho risposto a questa domanda nella sezione lettere di questo sito, qualche anno fa. Sembra che le cose siano un po’ cambiate da quella mia risposta. Ho sentito dire che quando l’economia va bene, è più difficile trovare persone che vogliono fare le guardie carcerarie. Ho il sospetto che sia il caso di questi ultimi anni. Da quando io sono qui, le guardie si sono comportate per lo più in modo professionale. Ce ne sono alcune che non si comportano così, ma sembra che questa sia l’eccezione. Negli ultimi anni sembra che le guardie si comportino in modo meno professionale. Non sto dicendo che tutte le guardie siano meno professionali, perché non è questo il caso. Sto solo dicendo che ci sono più guardie che sono meno professionali che in passato. Però la MAGGIOR PARTE agisce professionalmente.

Per esempio, nel nostro blocco celle ci sono dei grandi altoparlanti come quelli che si possono vedere nei luoghi pubblici. Hanno un volume molto alto. Persino quando indossi le cuffiette per la musica, puoi sentire gli altoparlanti che sembra che esplodano. Si suppone che il sistema debba venire usato per fare annunci quando si riceve una visita, o un appuntamento per visita medica o per fare qualche altro annuncio. Durante lo scorso anno alcune guardie hanno cominciato a usare gli altoparlanti come giocattoli. Alzano il volume al massimo e invece di parlare al microfono (che è il solo e corretto motivo per il quale si ha questo sistema di altoparlanti) ci urlano dentro. Battono sul microfono in modo da creare un forte rimbombo. La cosa peggiore è che alcune guardie si dimenticano che sono guardie carcerarie e pensano di essere dei commedianti. Fanno rumori improponibili usando gli altoparlanti, poi ridono divertendosi in questo modo. E’ piuttosto infantile e per niente professionale.

Irritante quanto basta, il giochetto degli altoparlanti è niente a confronto a quello fatto quando mi trovavo nel carcere della Contea in attesa del processo. Mi trovavo in una parte della prigione chiamata Modulo Pro-Per, che ha una nuova biblioteca. Pro-Per è il diminutivo di In Propria Persona. E’ questa l’area dove i prigionieri che si auto rappresentano (agendo come avvocati di sè stessi) aspettano il processo. Anche prigionieri che devono affrontare la pena di morte e che si trovano in fase di colloquio nelle corti sono tenuti in questo modulo. E’ qui che gli imputati possono assistere i loro avvocati durante la preparazione al processo. Molti di quelli nel Modulo Pro-Per non hanno un avvocato e agiscono come avvocati di loro stessi.

Molti dei prigionieri di questo Modulo si devono alzare alle 4 del mattino per essere portati alla Corte. L’attività della Corte inizia alle 8. Il vice sceriffo (le carceri di contea sono condotte dal Dipartimento dello Sceriffo) che lavora nel Modulo Pro-Per, quando i prigionieri si devono alzare presto per andare al processo, usa gli altoparlanti al massimo della potenza. Prende la cornetta del telefono, aspetta il segnale poi ci attacca il microfono dell’altoparlante in modo che il segnale sia trasmesso al massimo del volume nel Modulo Pro-Per. Questo per tenere svegli tutta la notte i prigionieri in modo che il giorno dopo siano assonnati e poco lucidi durante la loro auto difesa al processo.

Non sono stato nel carcere di Contea per molti anni. Ho saputo che hanno spostato i prigionieri Pro-Per in altra locazione, così non so se continuano a fare questo genere di cose. Mi piacerebbe pensare che abbiano smesso. Sfortunatamente ho il sospetto che continuino comunque.

Questo è tutto ciò che avevo da dire questa volta. Un piccolo aneddoto da condividere con voi.

Grazie per avermi ascoltato, auguro ogni bene a tutti voi.

I migliori auguri,
Dean Carter
P.O. Box C-97919
San Quentin Prison
San Quentin, California 94974

P.S. Ultimamente un’amica (grazie Irma) mi ha mandato un articolo molto interessante. Nel caso vogliate dargli un’occhiata: http://www.ahrc.com/new/index.php/src/news/sub/article/action/ShowMedia/id/358