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5 Dicembre 1998

Colonna 20

Il 6 di ottobre Amnesty International ha lanciato una campagna negli USA mirando ad attirare l’attenzione sulla violazione dei diritti umani e sugli abusi. La campagna è stata presente per un paio di mesi ed ho notato alcune cose che mi hanno infastidito parecchio.
Una di queste è che i media americani la hanno praticamente ignorata. Non c’è stata una presenza soddisfacente né sulla carta stampata né in televisione. Solo un paio di brevi servizi nei Morning Talk Shows, e un paio di passaggi nelle News. Dubito che il messaggio di Amnesty sia stato udito da molte persone. Forse Amnesty sta utilizzando il metodo sbagliato: non c’è abbastanza sesso né violenza e nemmeno litigi in tv o lancio di sedie alle telecamere per rendere il messaggio attraente per i media, oppure potrebbero fare in modo da alimentare l’audience attivando link con siti di sesso orale.

Credo che molti carcerati qui nel braccio della morte siano frustrati della totale mancanza di determinazione della campagna di Amnesty. E’ come fosse un affamato che bussa alla porta posteriore di un’abitazione, con il cappello in mano e il capo chino per chiedere l’elemosina.
Ho confidato ad un’amica la mia frustrazione e lei mi ha detto che forse, con il forte supporto che la pena di morte ha negli USA, Amnesty crede di dover essere piuttosto diplomatica e di non dover calcare la mano. Gli americani adorano criticare gli altri paesi su tutto, anche sulle politiche umanitarie, ma appena si tratta di essere critici con se stessi, si alterano con la pretesa che nessuno li possa criticare. Anche la mia amica ha la stessa impressione e cioè che (negli USA) Amnesty non abbia usato la mano pesante cercando di focalizzare i propri interventi su qualcosa con più probabilità di ottenere successo, come ad esempio la lotta contro la pena di morte dei bambini.
Alla fine di questo scritto includerò copia di una lettera che un condannato a morte di qui (San Quintino) ha inviato ad Amnesty (USA) per esprimere il proprio disappunto per la loro campagna. Sono in parte d’accordo con quanto da lui sostenuto, ma cerco anche di vedere la cosa dal punto di vista di Amnesty. Io credo proprio che stiano facendo del loro meglio considerando il clima politico degli States. Troverete anche l’URL di Amnesty così potrete vedere da voi stessi il report (e spero proprio che lo facciate).

Ritengo che più che Anmnesty siano da biasimare i media americani che sembra tengano più alle abitudini sessuali delle persone che a cose che abbiano una reale sostanza. Suppongo che questo riveli la mancanza di vera capacità professionale dei nostri giornalisti. Mancanza che si cerca di riempire con il più basso comune denominatore, sesso e violenza piuttosto che con cose realmente sostanziali. Per dire la verità, pochi nuovi programmi (come Nightline) hanno cercato di porre l’attenzione su questo genere di argomenti ma sono risultati quasi una aberrazione. Le news che contengono sostanza solitamente pongono il problema in un modo che ti fa pensare, ma sfortunatamente gli americani sembrano preferire le pseudo news che trattano solo di stupidaggini.

Questo è tutto per adesso, è un po’ breve, ma volevo parlare della campagna di Amnesty. http://www.rightsforall-usa.org/info/report

A Dopo,
Dean

p.s. Ecco la lettera della quale vi ho parlato.

Douglas Scott Mickey
C-73900
San Quentin State Prison
San Quentin, CA 94974
14 Ottobre 1998

AIUSA Campaign Office
304 Pennsylvania Avenue, SE
Washington, D.C. 20003

Ho ricevuto proprio adesso il numero di primavera 1988 della rivista di Amnesty Action ed ho letto l’articolo a pagina 3 intitolato 'RIGHTS FOR ALL: Launch of the USA Campaign'.
In questo articolo Amnesty International USA afferma 'Continueremo a sostenere la campagna . . . contro la pena di morte (specificatamente alle esecuzioni dei minori) . . . 'ed in più  'le esecuzioni dei minori non sono di minore importanza'. Negli Stati Uniti, come ancora si legge, la battaglia contro le esecuzioni dei minori è lo specifico obiettivo della campagna. Sono profondamente scosso da questo per la limitata consapevolezza concernente l’estensione della violazione dei diritti umani e la pena di morte negli USA. Nonostante le esecuzioni dei minori siano un tragico esempio di violazione dei diritti umani:

1. L’esecuzione di malati mentali è forse una violazione dei diritti umani di inferiore entità?

2. E’ una violazione dei diritti umani di minore entità uccidere adulti innocenti?

3. E’ una violazione dei diritti umani di minore entità la sproporzione razziale degli adulti condannati alla pena capitale negli USA?

4. E’ una violazione dei diritti umani di inferiore entità la sproporzione evidentissima del numero dei processati che ottengono come condanna la pena capitale? (una contea condanna un imputato accusato di 10 omicidi al carcere a vita e la stessa contea ne condanna un altro a morte per l’omicidio di una o due persone).

5. E’ una violazione dei diritti umani di inferiore entità quando la maggior parte di questi condannati a morte negli Stati Uniti sono persone indigenti e descolarizzate?

Insieme a più di 400 speranzosi condannati a morte in California ho seguito la campagna per i 'Diritti per tutti' lanciata da Amnesty, campagna di nessuna grinta né decisione. Dopo cinquant’anni di battaglie sostenute nel mondo per le violazioni dei diritti umani Amnesty sarebbe dovuta essere più preparata attivando una campagna ad effetto.

Per di più l’articolo di Amnesty Action afferma 'il lavoro nel nostro paese' che intenderebbe presentare l’imparzialità di Amnesty  . . .  in ogni modo il record di Amnesty contro le violazioni dei diritti umani negli USA parla da solo e mostra che per gli ultimo 90 anni Amnesty è stata tutto meno che imparziale a proposito di violazione dei diritti umani negli USA.

Più avanti l’articolo afferma che il 'lavoro per il proprio paese' è da intendersi come 'protezione degli attivisti con la restrizione delle loro iniziative negli specifici casi vicini a casa loro'. Se Gli USA sono un tale 'potente simbolo di libertà e democrazia', perché mai allora Amnesty dovrebbe limitare la campagna dei suoi attivisti degli States allo scopo di proteggerli? Questa docile campagna ha tutta l’apparenza di non voler essere offensiva per i contribuenti americani. 

In altre parole, la campagna di Amnesty 'Diritti per tutti' non è stata lanciata e condotta con voce decisiva e neanche con autorevolezza morale, ma piuttosto con tono riluttante e dimesso come se le rappresentanze internazionali avessero puntato un’arma puntata verso Amnesty intimando di fare una campagna inoffensiva.

Con sincerità,
Doug