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12 Agosto 1999

Colonna 23

Ho cercato di raccontarvi qualcosa sulle corti e sul sistema della giustizia. Il mio intento è stato quello di spiegarvi come funziona il sistema giudiziario (o non funziona, a seconda dei punti di vista). Non ho speso tanto tempo quanto avrei voluto su questo argomento, é frustrante dare un senso a qualcosa che sembra rifiutare ogni spiegazione. E’ facile fallire l’obiettivo cercando di spiegare i dettagli, perdendo il senso generale della cosa, per non dire che l’argomento può rivelarsi ostico e noioso a meno che uno non abbia un vero e proprio interesse per esso. Potrei continuare a parlare di come le giurie siano appositamente scelte in modo che i componenti siano pro esecuzione, oppure potrei dire di come questo sistema di persecuzione abbia risorse illimitate per condannare l’imputato, mentre l’imputato in questione non ha il denaro necessario per pagarsi un avvocato.

Dubitando che tutto ciò vi possa interessare, focalizzerò l’attenzione su un altro argomento che fa sempre parte di questo processo. Mi spiegherò meglio. Negli ultimi 5 anni circa, i quotidiani hanno trattato di diversi casi nei quali alcuni uomini sono stati rinchiusi in carcere, o nel braccio della morte per 15 o 20 anni prima di poter provare la propria innocenza. Alcuni di essi, condannati a morte, hanno avuto la sospensione a poche ore dall’esecuzione. Se non si fosse riusciti a sospenderla, sarebbero adesso uomini morti invece di uomini liberi.

Coloro che supportano la pena di morte hanno trovato la soluzione affinché questo irritante dettaglio non si ripeta più in futuro. Sono riusciti ad accorciare il tempo che un detenuto del braccio della morte ha per gli appelli allo scopo di provare la propria innocenza. Queste stesse persone sono anche riuscite a tagliare i fondi disponibili utilizzati dai detenuti per la propria difesa, fondi che non erano poi così cospicui paragonati a quelli a disposizione del sistema di persecuzione.

Pensate che nella maggior parte dei casi i detenuti impiegano 15 anni o poco più per provare la propria innocenza e chi è pro pena capitale vuole accorciare il periodo per gli appelli a meno di 10 anni. Credo proprio che questo sia il loro modo di accusare e condannare a morte uomini innocenti: fare in modo che sia impossibile per loro provare la propria innocenza. L’ipocrisia di ciò sta nel fatto che queste persone, che premono per un accorciamento dei tempi per gli appelli, parlano di come servire la giustizia. Non vedono giustizia nel consentire ad un uomo di provare la propria innocenza. Queste stesse persone confondono i propri impegni politici con la vera giustizia, e ci sarebbe da ridere se non fosse una questione di vita o di morte. Se avessero veramente a cuore la giustizia farebbero tutto ciò che sta in loro potere per fare in modo che il governo non uccida persone innocenti. Il motivo per il quale parlo di sistema legale e persone innocenti è perché è successo qualcosa quest’anno qui in California.

Era febbraio (credo) e tre persone furono uccise nel Parco Nazionale Yosemite. Sarebbe stato solo un comune caso di omicidio se non fosse stato che le famiglie degli uccisi erano persone ricche ed influenti. Il caso fece gran clamore. I media pubblicarono articoli ogni giorno e le testate giornalistiche chiesero a gran voce un arresto.

Il Parco Nazionale Yosemite è terra Federale, e così l’FBI fu coinvolta per dirigere il lavoro condotto dagli agenti di polizia che stavano già investigando sul caso. La pressione dei media era intesa a spingere le autorità ad un arresto e quasi quotidianamente le televisioni ed i giornali mostravano i parenti delle vittime che chiedevano giustizia. Dopo alcune settimane l’FBI tenne una conferenza stampa per annunciare una svolta nel caso e l’arresto di due uomini, quasi come se non potessero procedere con le indagini non facendo una conferenza stampa.
Due uomini con la fedina penale già sporca erano stati arrestati, entrambe erano già stati in prigione (per crimini minori legati alla proprietà e alla droga) e sembravano proprio calzare a pennello con lo stereotipo dei 'presunti colpevoli' creato dai media e dalle autorità. Furono messi in atto tutti i cliché della polizia. I 'presunti colpevoli' furono dati in pasto alle telecamere ed ai giornali che fomentarono l’opinione pubblica affinché fossero condannati a morte.
Furono rinchiusi nella prigione di contea dall’FBI prima che le indagini fossero terminate, e prima di avere uno straccio di prova sulla loro colpevolezza. Occorre tempo solitamente per 'costruire' un caso contro persone innocenti, anche se a volte sono capaci di farlo molto in fretta. Mentre i 'presunti colpevoli' erano in prigione, l’FBI tenne una conferenza stampa per cercare di convincere l’opinione pubblica della colpevolezza dei due ed i media si sfregarono le mani in attesa di un succoso processo.

Il mese scorso (luglio 1999) avvenne un altro omicidio nel Parco Nazionale Yosemite. Non ebbe grande rilevanza sulle TV e sui giornali, solo brevi pezzi. Un altro triste caso, ma questa volta l’ucciso non era di famiglia ricca ed influente.
La polizia indagò ed un testimone identificò un’autovettura che portò all’arresto di un uomo che confessò l’omicidio e ciò che scioccò le autorità fu che egli confessò di aver ucciso anche le due precedenti vittime. Le stesse vittime per le quali due uomini si trovavano ancora in carcere in attesa della 'costruzione di una prova d’accusa'.
Non ho dubbi, se quest’ultimo arrestato non avesse confessato tutti e tre gli omicidi, l’FBI (e le altre agenzie di polizia) sarebbero stati capaci di 'costruire' il caso contro i due 'presunti colpevoli'.
So bene che sarebbero stati accusati e condannati per un omicidio che non avevano commesso ed una volta nel Braccio della Morte, sarebbero stati altri due uomini che si dichiaravano innocenti. La cosa più sconcertante è che i media non danno importanza a certi fatti perché a loro parere non sono rilevanti, l’attenzione adesso è sull’uomo che ha confessato i delitti e non certo sugli altri due che sono stati rinchiusi ingiustamente in attesa di trovare una prova per accusarli.

Sembra che i media non ci trovino niente di sbagliato in questo comportamento e nemmeno nell’atteggiamento delle autorità. Questo è il modo di servire la giustizia. Suppongo che sino a che il modo di fare dei media sarà deplorevole come quello delle autorità, non si porrà molta attenzione sui fatti veri invece che su quelli 'costruiti'.

A dopo,
Dean